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GIORNO DEL RICORDO DELLE FOIBE

GIORNO DEL RICORDO DELLE FOIBE

 

“La’ dove l’odio e l’orrore hanno la meglio sull’umanità è sempre giusto fermarsi a riflettere e a ricordare.”

 

 

Ecco perché è importante oggi ricordare i massacri delle Foibe in quello che è stato istituito come il Giorno del Ricordo, così come il 27 Gennaio abbiamo ricordato la Shoah.

Con il termine Foibe si intendono gli eccidi, minori, dal punto di vista quantitativo, rispetto a quelli della Shoah, ma non per questo di minore importanza storica perpetrata ai danni della popolazione italiana che si verificarono tra il 1943 e il 1947 per mano dei partigiani jugoslavi. Si tratta di pagine decisamente tragiche della nostra storia, a lungo rimaste nel silenzio. Gettate nelle foibe – grandi caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria – o deportate nei campi di concentramento sloveni e croati, le vittime di tale eccidio sono ad oggi stimate tra le 5mila e le 10mila.

Per ricordarle, il 30 marzo del 2004 è stata istituito il Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio di ogni anno. La Shoah e le Foibe sono, in entrambi i casi, un massacro razziale, un eccidio perpetuato ai danni di una particolare etnia. Sono entrambi episodi da osservare con occhio critico, da condannare senza alcuna giustificazione.

 

 

Certo, i motivi e la portata delle due tragedie furono sicuramente diversi: da una parte ci troviamo di fronte a un vero e proprio sterminio programmato, portato avanti con una struttura ben organizzata, una macchina infarcita di odio che ha quasi annientato un’intera etnia

dall’Europa, causando una ingente quantità di morti; dall’altra parte    dobbiamo confrontarci con un odio razziale generato da contingenze  storico-politiche e non da un premeditato disegno di sterminio, che ha  causato di certo meno vittime, ma che non per questo motivo può essere  considerato di inferiore ed intollerante ferocia con la possibilità che possa  ripetersi.

Trasmettere la storia e la memoria è un esercizio importantissimo, che richiede onestà intellettuale e quindi vanno ricordate tutte le tragedie perché non si ripetano mai più e che non accada nelle coscienze, soprattutto dei giovani, ai quali ci rivolgiamo, anche attraverso i loro insegnanti, quanto racconta Bertol Brecht “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.”

Mariolina Ciarnella – Presidente IRASE Nazionale